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Urbanità

Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.Italo Calvino, Le città invisibili,  1972

 

"U cannizzu"

Con: Roberto Greco, Enzo Gioffrè

Nel 2006 insieme ad altri due colleghi decidemmo di partecipare all'edizione di Europan (concorso internazionale europeo di architettura a tema). Quell'anno il tema inerente Reggio Calabria era la progettazione di edifici per residenze e servizi sportivi. Decidemmo subito di dare all'operazione un taglio assolutamente professionale, rispettando con intransigenza sia i dettami tecnici, sia quelli amministrativi, con il presupposto però di non rinunciare in alcun modo ai significati ed alle modalità del lessico spaziale propri del nostro mestiere. A fronte di un'organizzazione dello spazio abbastanza semplice (gli edifici sono posti in batteria l'uno di seguito all'altro) si è scelto di "incartarlo" con un elemento tipicamente significante di questo territorio, ovvero lo schermo frangisole composto da una serie di canne che legate insieme vanno a formare una tipo di telo che spesso si vede sporgere daie aperture della città. Il tutto quindi appare come una massa semitrasparente che dà all'intervento l'unità e la tipicità ricercata. Il progetto è stato menzionato.

 

Urbanità continue

Questa proposta nasce dal desiderio di confrontarsi con un tema caro alla città di Messina, ma da sempre inevaso oppure parcellizzato con degli interventi legati alle varie emergenze, ovvero la fiera. Da una prima analisi sono emerse le insensatezze ed i deliranti interventi prodotti in questi decenni sulla struttura storica dei padiglioni, si pensi che a fronte di un panorama mozzafiato, è stato posto un filare di alberi che ne impedisce totalmente il godimento. L'intervento mira ad integrare questo complesso al resto della città, abattendo qualsiasi barriera o recinzione e creando al suo interno delle circuitazioni che permettano di godere di questo spazio in frangio al mare anche quando i padiglioni rimangono chiusi, con l'ambizione di poter divenire la prima tessera di un'effetto domino che possa regalare alla città il suo tanto agognato lungomare.

Uno spettacolo....

con: Rubens Esposito

Vicino all'ex mattatoio di Reggio Calabria insiste un 'antico opificio che costituiva la vecchia fabbrica del ghiaccio. Il proprietario ci incaricò di ricercare delle soluzioni relativamente alla sua demolizione e ricostruzione come edificio per uffici e come investimento globale visto il pregio e la assoluta panoramicità e visibilità del sito. La nostra proposta quindi unisce entrambi i due aspetti, proponendo un'edificio dotato di una facciata interattiva (l'idea nasce dall'involucro interattivo della Kunsthaus di Graz) ed una distribuzione spaziale continua e flessibile ai due piani destinati ad uffici. In questo modo si creano due sistinti ambiti spaziali, l'uno in diretta relazione con l'urbano che come i grandi schermi di times square vomita di continuo messaggi pubblicitari, indicazioni telematiche piuttosto che performance digitali, e l'altro piò tipicamente legato al buissnes che nei modi più cangianti possibili si conforma alle continue trasformazioni che le esigenze degli spazi per uffici impongono.

E se un treno non fosse un treno?

con: Rubens Esposito

La vecchia stazione ferroviaria di Lamezia Terme/Nicastro giace addormentata ed è nella zona relativa ai depositi completamente abbandonata. L'associazione teatrale "Teatro P" viceversa è alla ricerca di una nuova sede capace di permetterle di sviluppare le tematiche e le ricerche che da parecchi anni produce all'interno di questo settore. La firma di un protocollo di intesa con le ferrovie avrebbe loro permesso il riutilizzo e la riqualificazione di questa porzione urbana al centro della città. Il progetto oltre che integrare restaurandolo il vecchio deposito ferroviario, propone una rilettura del vagone ferroviario, posto sui restanti binari e solidamente fissato ad essi diventando una successione di piccoli spazi che convertono l'immagine clessica del treno in "altro".

Una "pelle" ecologica

con: Rubens Esposito

Non sempre il proprio lavoro collima con le proprie convinzioni, pur essendo dei convinti ecologisti, ci venne commissionato l'involucro di questo inceneritore. Cercammo quindi di limitare il più possibile i danni che questo oggetto avrebbe sicuramente arrecato alle popolazioni limitrofe attraverso la creazione di facciate "assorbenti-traspiranti" formate da innumerevoli filari di aiule sviluppantisi in verticale conteneti varie essenze aventi il compito di assorbire il più possibile i fumi e gli odori dei macchinari e di mitigare il più possibile gli effetti nocivi di questo ecomostro. La proposta, visti i costi non venne neppure considerata.

Massa trasparente

Se infittiamo una struttura modulare tridimensionale della dimensione adeguata, otterremo un reticolo che avrà la stessa forma del modulo di origine e che saturerà l'interezza dello spazio occupato. Potremmo considerarla una massa uniforme entro cui far "galleggiare" una serie di volumi puri. Queste sono le origini delle considerazioni alla base di questo progetto, l'annullamento della struttura e conseguentemente la possibilità di far "fluttuare" gli elementi all'interno di questa gabbia  necostituisce l'obiettivo estetico. Questo è un progetto per una bibblioteca, che unisce ad una ricerca di tipo spaziale una di natura tipologica. Se infatti la struttura metallica sottintende all'astrazione metafisica del "galleggiare", il grande blocco di pietra contenitore dei libri allude all'eterna immortalità della conservazione del pensiero umano.

Il "cavo"

con: Massimo Lo Curzio, Rubens Esposito, Stella Serranò

Nell'estate del 2008 fu bandito un concorso per la realizzazione di un centro sperimentale per le telecomunicazioni a Reggio Calabria, all'interno di un vecchio opificio ormai in stato di abbandono che l'amministrazione comunale aveva acquistato qualche tempo prima. Affascinanti ruderi senza vita custodi di un ricordo di antiche brulicanti operosità. Immaginare quindi un grande animale, un enorme serpente, che avvolgendo i vecchi edifici trasmette nuova vita, connettendoli l'uno all'altro, dilatandosi e restringendosi per caricarsi di nuove funzioni. E' la metafora del cavo, il fil rouge che governa la "scrittura" delle nostre intenzioni creative. 

La macchina delle connessioni

Un'idea nata al fianco di una tesi nel 1999, e che indagava i possibili aspetti di una capsula contenente tutti i gli allora esistenti mezzi del sapere. libri, internet, connessioni interattive totali,. Il tutto all'interno di questa struttura "conformal" che adattandosi perfettamente al corpo umano ne poteva seguire i movimenti, agganciata ad un binario che la sospendeva a sbalzo su uno strapiombo a picco sul mare. Aprite quindi gli schermi ed osservate di fronte a voi la metafora dell'infinito

Le tende del Magreb

con: Giuliano Spinelli

Dovevamo immaginare un'architettura sulla costa della Tunisia in particolare ci venne commissionato un'intervento speculativo in cui far convergere integrandoli un Resort, un' Hotel, un complesso residenziale di pregio ed i relativi servizi. Il paesaggio Tunisino, sopratutto quello costiero si presenta piatto e gremito di edifici dalle fattezze mediocri, l'intervento doveva quindi necessariamente distaccarsi dal contesto urbano e cercare una sua indipendenza "estetica" e spaziale. Il riferimento culturale e tipologico che ci è subito sembrato pertinente è stato quello dell'architettura nomade, in particolare la tenda, che nel tempo ha acquisito nelle regioni calde una sua ricchezza spaziale e un'incontestabile valenza simbolica. Mentre quindi sotto una grande "tenda" trovano posto, il Resort, l'Hotel ed i servizi (discoteche, palestre, un centro sportivo), sul lato ovest del complesso si accostano le ville di varii tagli e pezzature. 

Potenziali energie urbane
Tesi di Laurea sperimentale che mirava a costruire l'Architettura della città come risultante delle dinamiche dei flussi e dalle energie conseguenziali. Un Architettura quindi non costruita "a priori" da un punto di vista fisso, ma un continuum spaziale che incanala, guida ed in definitiva detta nuove regole di composizione, cercando di indagare le frontiere della de-forma.
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